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IDROKINESITERAPIA

Idroterapia

L'IDROKINESITERAPIA COME TERAPIA ANTALGICA E RIABILITATIVA

L’Idrokinesiterapia utilizza le proprietà fisiche dell’acqua a scopo terapeutico, tenendo conto della direzione delle forze e relazionandosi con esse, in modo specifico con il galleggiamento”

L’ambiente acquatico utilizzato per l’idrokinesiterapia è caratterizzato da tre principali elementi fisici:

La temperatura dell’acqua

In linea di massima a parte particolari situazioni legate a specifiche patologie , il range di  temperatura ideale per il lavoro in acqua va dai 31°ai 33°.. Durante il tempo della seduta, solitamente di 45- 50 minuti , il corpo umano raggiunge una temperatura corporea uniforme, con poca dispersione di calore e al tempo stesso, senza eccessivo abbassamento pressorio né vasodilatazione.

La densità dell’acqua

La densità dell’acqua è superiore a quella dell’aria di circa 800 volte

Il nostro corpo, che è fatto per più del 70% di liquidi, quando è totalmente immerso in acqua assume un peso specifico completamente diverso dall’esterno, pari a circa il 3% del suo peso sotto l’effetto della forza di gravità.

Perciò possiamo pensare che in acqua sarà possibile ricreare una condizione in cui la forza di gravità è meno manifesta ,un ambiente microgravitario e per questo l’Idrokinesiterapia trova particolare indicazione per le problematiche legate al dolore da compressione articolare, come quelle che interessano la colonna vertebrale.

La viscosità dell’acqua

La viscosità di un fluido è una misura della resistenza che, all’interno del fluido stesso, gli strati adiacenti oppongono allo scorrimento reciproco. Le molecole d’acqua creano un attrito che si tradurrà in un rallentamento nell’esecuzione del movimento, utile per il riapprendimento motorio e il controllo dei movimenti nello spazio liquido.

COME FUNZIONA

L’approccio che utilizzo si basa sulla successione graduale e propedeutica di diverse sequenze motorie e sull’applicazione delle leggi fisiche dei corpi in immersione in relazione ai principi neurofisiologici, al quadro clinico ed alla condizione del paziente.

Sfrutto  le facilitazioni e le difficoltà che l’acqua offre e propongo esercizi terapeutici a difficoltà crescente, utilizzando galleggianti, differenti livelli d’acqua, variazione dei volumi polmonari, diverse velocità d’esecuzione del movimento.

Dall’integrazione dei vari esercizi terapeutici nascono poi le varie sequenze di lavoro adattate per ogni singolo paziente.

Gli esercizi terapeutici che si propongono sono mirati al recupero di immagini di movimento e schemi motori che non trovano la condizione ideale per manifestarsi. Tale lavoro cerca di individuare il target di maggior interesse riabilitativo per sfruttare al massimo le potenzialità del paziente e raggiungere il massimo risultato, la deambulazione quando possibile. Il fine ultimo della riabilitazione è il raggiungimento dell’autonomia, il recupero della qualità di vita e l’integrazione sociale di coloro che l’hanno persa.

L’acqua, per via delle diverse afferenze che comporta sul corpo in immersione, funge da elemento induttivo motivazionale al movimento, creando un adattamento del tono muscolare e favorendo un diverso riequilibro delle sinergie muscolari.  In acqua, in modo inconscio e involontario, entrano in gioco meccanismi di adattamento neuromuscolare di per sé destabilizzanti l’assetto e quindi provocatori di pattern motori o modelli di movimento meno dipendenti dalla gravità (meno patologici) e più plasmabili se inseriti in un contesto funzionale.

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